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13 novembre 2014

IUCN World Park Congress - Diario di viaggio (2a puntata)
di Pierluca Gaglioppa

Secondo giorno di Congresso o meglio di plenaria. Si susseguono, giustamente, gli interventi politici ma una buona metà dei delegati gira tra gli stand ed i padiglioni; quelli più frequentati sono quello sull'Oceano, quello del Protected Planet, quello della Conservation Finance e quello del Business & Biodiversity perché in questi si susseguono incontri e brevi dimostrazioni, dibattiti e colloqui. Finalmente si entra nel vivo, si incontrano e si discute tra tecnici.

E' tutto un po' dispersivo e confuso, bisogna arrivare presto per garantirsi dei posti in cui sia facile sentire, tantissimi restano in piedi. La mattinata inizia con un incontro sulle foreste primarie organizzato da INTACT (International Action for Primary Forest)(www.intactforests.org e www.globalforestwatch.org) che pone l'accento sul valore delle foreste vergini e sulla necessaria conservazione  con la partecipazione del World Resource Institute di Washington. A seguire incontro tra Business e Conservazione della Biodiversità durante il quale Braulio Dias della CBD (Convenzione Diversità Biologica), David Steuerman (CBD), Gerardo Bos (IUCN Business & Biodiversity programme) e Helen Crowley della KERING illustrano come le aziende private, soprattutto quelle che hanno la leadership, si muovano verso la sostenibilità e come questo rappresenti uno dei loro target.

Tra le aziende più sensibili ci sono quelle di assicurazione e riassicurazione, molto attente ai cambiamenti climatici e politici. Anche alla COP 12 in Korea si è parlato di come creare la cornice in cui andare a costruire, con la commissione per la Capacity Building, il percorso per le aziende potenzialmente più virtuose. L'intervento della Crowley, molto preparata e coinvolgente, sottolinea come molte aziende siano attente alla provenienza delle loro materie prime e di quanto la loro sostenibilità possa influenzare i loro mercati. Bisogna trovare un linguaggio comune e andare verso il Natural Capital accounting e sviluppare questa grande opportunità che potrebbe portare in qualche modo a monetizzare la natura, definire comunque possibili finanziamenti e un aumento della consapevolezza da parte delle comunità locali (come il LIFE+ MGN dice da sempre).

Nel pomeriggio presso il padiglione Protected Planet Marc Hogkings (Queensland University, Australia), Fiona Leverington (Queensland University, Australia) e Marcelo Lima (UNEP – WCMC) il gota della valutazione di efficacia, illustrano le metodologie di valutazione di efficacia di gestione delle AAPP (Protected Areas Management Effectiveness) partendo dai dati raccolti dal 2005 e inseriti nel database costruito appositamente, seppure caratterizzato dalla difformità delle metodologie utilizzate. A seguire viene presentato il software TESSA (Toolkit for Ecosystem Service Site-based Assessment), creato da Birdlife International che realizza quanto il LIFE+ MGN sta cercando di realizzare in modo differente; il TESSA è caratterizzato dalla valutazione di qualche SE, dalla facilità di gestione, da bassi costi, da partecipazione e da una, tutto sommato, semplice realizzazione (44 gg uomo per la fase di campo e tre mesi per la elaborazione e per il report). Info at http://tinyurl.com/tessatoolkit.

Al Padiglione della Conservation Finance l'incontro su PA's finance need and tools: how to go about it? Con Paulina Arroyo (Moore Foundation, USA), Andrew Bovarnick (UNDP) e Diego Flores (PA's Chile). L'UNDP da dieci anni lavora sul tema del finanziamento delle AAPP e ha prodotto uno studio che evidenzia, come non si sa da dove arrivino i soldi per le gestione delle aree protette e soprattutto dove vadano a finire.

C'è un gap tra i bisogni e i soldi che arrivano, tutte sono sotto finanziate. Vi sono poi i bond verdi, i PES e tanti altri sistemi di finanziamento (in America Latina solo il 60% del budget arriva dal Governo). Molto spesso entra in gioco il Ministero delle Finanze quando il Ministero dell'Ambiente non riesce a finanziare; l'interesse per quest'ultimo è dato dal numero, diretto e indiretto, di posti di lavoro che si creano. Dall'emozionante e partecipato dibattito emergono molte esperienze di finanziamento da cui si evince che bisogna ripartire non dalla gap analisi ma dagli effettivi bisogni delle AAPP e da un sistema di contabilità che funzioni. Infine, per oggi, tra le 19 e le 21, al padiglione Business & Biodiversity incontro con la famosissima Sue Stolton (Equilibrium Research – UK), Roseboom della SHELL, Simon Hodgkinson della SISU Consulting, Melissa Tolley della UNEP WCMC, Warwick Mostert del gruppo DeBeers, Pedro Rosabal (IUCN – GPAP) i quali ripercorrono la classificazione delle AAPP e parlano del processo in corso di revisione, per parlare un linguaggio comune, e nel board ci sono NGO, centri di ricerca, Istituzioni e aziende private.

L'ultima pubblicazione della IUCN prende in considerazione anche il tipo di gestione, e gli obiettivi sono quelli di raggiungere il target 11 di Aichi e di fare in modo che il linguaggio sia comune e applicato.

Insomma si respira un area tecnica e professionale di gente che sa il fatto proprio e lavora per portare avanti idee e soluzioni da ogni parte del mondo; l'atmosfera e il contesto sono stancanti ma molto stimolanti, si sviluppano contatti e one to one ci si confronta su situazioni e possibili soluzioni.

 

Pierluca